Non combaciano i riflessi distorti tra castelli di specchi spaccati a metà. Schegge aguzze si ficcano nel ventre fomentando il vuoto che il silenzio scava. Così vicini e così arroccati, cinti da fossi invalicabili. Orgogliosi rovi assediano i ponti e lambisce il pianto abbracci già logori. Amare? Chissà ad esserne capaci! Nell’alcova della follia s’infiltra ora la spossatezza degli arti e delle viscere che a lungo han trascinato le speranze oblique. Che il Vardaris possa detergere e tessere i consunti lacci? Freddi i passi di una Salonicco mesta le cui nubi spettegolano sul golfo. E annega il sole dentro al porto trascinando dietro le perplessità. Αύριο είναι μια άλλη μέρα.